Abete: Giocare è un obbligo. Petrucci: Basta fenomeni!

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!bisius!
view post Posted on 31/8/2011, 18:15     +1   -1




numero uno della Figc dice la sua sul rinnovo del contratto collettivo: «L'11 settembre si scenderà in campo». Il presidente del Coni interviene per dire la sua sulla diatriba fra Lega e Aic: «Non c'è più bisogno di gente che vuole andare contro tutto e tutti e non hanno voluto l'accordo. Se il calcio seguisse i presidenti illuminati e non si facesse trascinare da quelli che sono contro e basta si troverebbe la soluzione».
«Basta con i fenomeni, quelli che vogliono andare contro tutto e tutti e non hanno voluto l'accordo. Se il calcio seguisse i presidenti illuminati e non si facesse trascinare da quelli che sono contro e basta si troverebbe la soluzione». Il presidente del Coni, Gianni Petrucci fa appello all'ala moderata delle società per trovare la soluzione al braccio di ferro tra Lega e Aic sul rinnovo del contratto che ha portato al rinvio della prima giornata di campionato. «C'è una rappresentanza di presidenti che vuole ragionare, non quelli che scrivono agli avvocati e alzano la voce - ha detto il capo dello sport ai microfoni di Radio anch'io lo sport -. Pensiamo di non rovinare questa bella realtà: sono convinto che con il buon senso l'accordo si troverà. Sono ottimista».

I PRESIDENTI ILLUMINATI - Tra i presidenti "illuminati" indicati da Petrucci c'è Aurelio De Laurentiis, il patron del Napoli che ancora prima dell'Aic aveva proposto l'accordo ponte, poi respinto dai club. «Io ho fiducia nei presidenti, nell'Aic e in quella che deve essere la sintesi, cioè il presidente Abete - ha spiegato Petrucci -. Chi grida ha sempre torto, la pacatezza e la riflessione vinceranno sempre. Devo dare atto al presidente del De Laurentiis che mi ha chiamato per cercare di fare l'accordo ponte con Tommasi: guardiamo a presidenti così, che fanno iniziative intelligenti, è uno che ha riempito uno stadio per un'amichevole. Sono convinto che l'accordo si troverà: in Spagna hanno risolto e avevano argomenti più pesanti, giocatori non pagati: da noi la tassa di solidarietà non esiste, è un falso problema. L'accordo collettivo lo reclamano i giocatori e Campana lo aveva firmato: non credo sia una lotta ad Abete, se c'è è di un gruppo sparuto. Abete è stato eletto e lì starà. Il suo gradimento non è in discussione».

I PRESIDENTI ESUBERANTI - Il problema per Petrucci è da ricollegare anche a quei presidenti «esuberanti», quelli che «alzano i toni, scrivono le lettere agli avvocati, sono contro a prescindere»: ma tra di loro ci sono anche quelli che vogliono ragionare e trovare una soluzione. «Il presidente di Lega non può essere un jukebox in cui metti i soldi ed esegue - ha aggiunto Petrucci -, deve avere margini di trattativa. Sono tutti dei numeri uno nelle loro attività questi presidenti, possibile che non si trovi la sintesi?: facciamo parlare quelli più sereni e illuminati, De Laurentiis ha fatto delle ottime proposte. Facciamo l'accordo e poi ci troviamo al Coni o in Figc e portiamo avanti queste proposte». Sulla possibilità di un commissariamento della Lega Petrucci risponde: «Non parlo di queste cose, Abete incontra oggi le parti. L'intesa si troverà, Tommasi lo abbiamo visto era per l'accordo ponte. Va detto che i presidenti non ricevono alcun contributo da nessuno: il Coni dà 82 milioni alla Figc. Il calcio se produce ricchezza produce anche debiti. Insomma facciamo leva sul buon senso». E chiude ribadendo l'appello ai club: «Ai presidenti dico: siete importanti, mettiamoci sereni e tranquilli. Basta con gli "uomini contro", potrebbe essere il titolo di un film. Il giorno dopo che si firma l'accordo ci mettiamo insieme e facciamo delle proposte di legge, valutando il momento critico che si sta attraversando. Basta il buon senso, lo sciopero che non ha motivo di esistere. Una seconda giornata di astensione solleverebbe problemi con le tv che investono nel calcio».

ABETE SBOTTA - «La seconda giornata si deve giocare, è un obbligo». Il presidente della Figc, Giancarlo Abete, guarda alla ripresa della trattativa sul rinnovo del contratto dei giocatori con un'unica missione: evitare che lo stop del campionato si protragga ancora. Ai microfoni di Radio anch'io lo sport, il presidente della Figc (che oggi incontrerà Beretta e Tommasi per cercare la soluzione) ha sottolineato che «l'accordo era stato fatto e la Lega non ha rispettato gli impegni assunti: e questo è un dato di fatto. Sicuramente la Lega ha mostrato un irrigidimento, legittimo cambiare idea, ma non ha rispettato gli impegni. Questo però è il momento in cui la responsabilità induce a cercare opera di mediazione: c'è una situazione per cui l'accordo era stato raggiunto e una delle due parti non lo ha rispettato». Abete ha aggiunto che «siamo molto provinciali, con la logica assembleare non si va da nessuna parte, e i sistemi di governance in Lega non funzionano» e che «se ci si concentrasse di più sugli aspetti organizzativi su come l'Italia può rimanere competitiva nel mondo sarebbe meglio».

NON È QUESTIONE DI SOLDI - Dietro allo sciopero non ci sono questioni di soldi. Lo ha ribadito Giancarlo Abete parlando della crisi tra Lega e Aic che ha portato al rinvio della prima giornata di campionato: il presidente della Figc, che ha insistito sulla necessità, anzi sull'obbligo di giocare il secondo turno, tenterà una nuova mediazione. «Si è creata una sorta di caccia all'untore - spiega il presidente della Figc a Radio anch'io lo sport - e il giudizio negativo è contro quelli che hanno di più, ovvero i giocatori, per di più in momento difficile del paese. Si è generata una confusione come se il contenzioso avesse valenze economiche: ma così non è. Le parti sono ancora irrigidite: cercherò di capire meglio parlando prima con Beretta e poi con Tommasi quali sono spazi di manovra per trovare una soluzione non traumatica. Invierò a tutti i presidenti dei club il dossier con tutte le riunioni sul rinnovo del contratto». Quanto ai rapporti con la Lega Abete non ne fa una questione personale: «Esisteva una lega e i presidenti hanno voluto la separazione con la B pensando che avrebbe favorito una migliore governance - dice Abete -, una rivoluzione in termini di efficienza e di riposizionamento della Lega: ma con la logica assembleare non si va da nessuna parte. La Figc è sempre disponibile grazie anche al sostegno del Coni. Ma noi siamo molto molto provinciali: pensare che le idee del singolo possono modificare un sistema mondiale significa essere fuori dal mondo ed essere provinciali. Con tutta la solidarietà per le province che stanno vivendo un momento particolare. Ci sono grandi imprenditori, ma i sistemi di governance non funzionano all'interno della Lega: il singolo imprenditore come può pensare di cambiare le regole mondiali quando la quadra non si torva nemmeno all'interno della Lega. La governance non funziona all'interno della Lega: io sono necessariamente ottimista perché è obbligo che la giornata dell'11 settembre si giochi. Cerchiamo di arrivarci in uno spirito di accordo: la seconda si deve giocare. Pazienza che l'Italia giochi due gare di qualificazione agli europei senza nemmeno un turno giocato. Cerchiamo piuttosto di essere competitivi perchè abbiamo già tre squadre fuori dall'Europa, Roma Palermo e Udinese».

PARLA TOMMASI - «Il nostro obiettivo non è fermare il campionato a oltranza, noi saremo contenti solo quando scenderemo in campo». Il presidente dell'Aic, Damiano Tommasi è pronto a riprendere i colloqui per trovare una soluzione al braccio di ferro con la Lega sul rinnovo del contratto dei giocatori con la speranza che l'11 settembre la serie A possa giocare. «Non siamo contenti, noi volevamo firmare l'accordo e giocare - ha detto Tommasi ospite di Radio anch'io lo sport -. Volevamo una lega serie, unita, compatta con delle idee e oggi non siamo a questo punto, e per questo non siamo contenti. Noi ci teniamo a iniziare il campionato alla prossima giornata. Beretta non ha potere, non ha deleghe precise e può solo riferire quello che fa l'assemblea: è questo che nei colloqui manca».

I FALSI PROBLEMI - Tommasi sottolinea che i due punti su cui si è arenata la trattativa, ovvero il contributo di solidarietà e gli allenamenti differenziati sono dei «falsi problemi». E che il contratto era stato già sottoscritto lo scorso dicembre. «L'anomalia è proprio questa, se ci fosse qui il mio predecessore (Campana ndr) sarebbe più amareggiato per un impegno, una promessa presa a dicembre e oggi non mantenuta - spiega il presidente del sindacato calciatori -. Il contributo di solidarietà non è un problema: quanto agli allenamenti separati si risolverà tutto perché nella maggior parte delle società non c'è l'uso di usare in maniera discriminatoria la norma. L'art. 7 ha fatto sì che Pandev si svincolasse». Per Tommasi c'era proprio la volontà di non far partire la serie A: «Beretta ha detto che l'anomalia è che tutti hanno il contratto - ha sottolineato Tommasi -, pensano che la categoria non abbia bisogno di fare l'accordo. Non è vero che non c'è stata comunicazione tra i presidenti, che in questi giorni hanno parlalo eccome, ma di altro. Io giovedì ero ancora ottimista, cercavo la soluzione e la Lega mio chiedeva due righe per annunciare lo sciopero: ora non mi pongo il problema del dieci o undici settembre, ma di oggi pomeriggio per trovare la soluzione. Saremo contenti solo quando potremmo giocare».
 
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