Giacomo Losi

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!bisius!
view post Posted on 19/4/2010, 18:25     +1   -1




Giacomo Losi (Soncino, 10 settembre 1935)
Soprannominato dai tifosi della Roma, squadra nella quale militò per tutta la carriera, "Core de Roma", è ancora oggi uno dei giocatori con più presenze nella storia della Roma, secondo solo a Francesco Totti. Giocò un'intera carriera per i colori giallorossi, senza cambiare mai maglia e senza subire mai un'espulsione. Timido e sfuggente nella vita privata, era solito dare tutto in campo per la sua squadra (cosa che gli valse il soprannome di Core de Roma, ottenuto dopo aver giocato e segnato in una partita con la Sampdoria nonostante un infortunio).

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II "Tamburino", o meglio "Core de Roma" è una bandiera! Cresciuto nella Soncinese, fu ceduto alla Cremonese per mezzo milione di lire. Verso la fine del 1954, il talent scout Carlo Montanari lo
segnalò al Bologna, insieme al centro campista Noli. La società rossoblù acquistò solo quest'ultimo, il dirigente che s'incontrò con Montanari,esclamò: "Il nano te lo prendi tu, io mi
prendo Noli perché diventerà nazionale in eterno". E Giacomino finì alla
Roma, che era interessata anch'essa all'acquisto dei due giovani. Fu Giorgio Carpi a convincerlo. Quattro milioni il costo del suo cartellino. Esordì in serie A al posto di Eliani.
Un gladiatore, ma anche un "capitano coraggioso", con i suoi interventi acrobatici, provvidenziali, senza alcuna paura. Su di lui Antonio Ghirelli: "Raccontare Giacomo Losi, significa delineare il ritratto di un campione e di un cittadino esemplare, di un modello da additare non soltanto a tutti i calciatori professionisti ma anche soprattutto agli sportivi, ai dilettanti, ai giovani". Con la sua grande correttezza in campo e fuori. Un celebre quotidiano sportivo, nel '68, scrisse che era "uno specialista nell'allestimento dei presepi, avendo appreso l'arte dal padre che nella natia Soncino si guadagnava da vivere appunto preparando le figurine del caratteristico presepe. È richiestissimo, Giacomino, dai compagni nelle feste natalizie". Di lui rimase storico un gol di testa, su calcio d'angolo (battuto da Lojacono), realizzato in condizioni fisiche precarie, dovute a un fastidioso stiramento inguinale. Pioveva, il campo un pantano, la Roma aveva già perso Guarnacci, ed era stata costretta a rimontare il vantaggio per" 2-1" della Sampdoria. Era l'otto gennaio 1961. Quel giorno gli fu affibbiato il soprannome di "Core de Roma". Per lui una vignetta del celebre "Tifone". Un tale dice a un amico: "Perché Losi va in giro con la guardia del corpo?" L'altro: "Pare che il professor Barnard abbia ordinato ai suoi assistenti di portargli a ogni costo ér core de Roma". (Barnard, a quel tempo, era il pioniere dei trapianti cardiaci). Finì bruscamente la carriera a 33 anni (un'età che notoriamente non porta certo bene), ignorato da Helenio Herrera che non lo schierò neanche nel torneo delle riserve, il Campionato De Mattino. Ventotto partite in Coppa Italia, Trentasei in Coppa U.E.F.A. "Lo spietato e freddo capitan Losi!" ("II Messaggero"). Altro pseudonimo: "omino" ("II Calcio illustrato") o più semplicemente "Mino". Ha collezionato undici apparizioni con la maglia azzurra della nazionale maggiore. Lo si ricorda anche come allenatore del Banco di Roma. A lui Cesare Lama ha dedicato una biografia dal titolo "Una vita per la Roma".



(fonte: MAGICA ROMA STORIA DEI 600 UOMINI GIALLOROSSI DI PALLOTTA E OLIVIERI)


Palmarès
Con la maglia della Roma vinse la Coppa delle Fiere nel 1961 (denominata poi Coppa UEFA dalla stagione 1971-1972) e 2 Coppa Italia, nel 1964 e nel 1969.
 
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